Non si dà reale che a una certa distanza, non si dà immaginario che a una certa distanza. La tendenza irreversibile sembra essere quella di un riassorbimento di questa distanza, di questa differenza, di questo scarto, che è quello che permette una proiezione ideale o critica. (Jean Baudrillard)
Il mio percorso mi porta a riflettere sul concetto di realtà e su come viene interpretata in modo diverso da ognuno di noi ed anche da noi stessi, in fasi e stati di percezione differenti.
Utilizzo la fotografia per ritrarre una realtà autentica, lo faccio enfatizzando forma, luce e linea, ricercando immagini di impatto estetico e concettuale.
Il fine ultimo è quello di provocare l’osservatore e farlo riflettere sul costante processo di stratificazione e ibridazione che modella il rapporto tra l'uomo e la sua stessa impronta nel mondo, emotiva o razionale, artistica o antropica, digitale o biologica, analogica ....
Ogni foto è senza coordinate, è piuttosto un luogo della mente. Vuole indicare meraviglia mista a disagio e senso di responsabilità.
E’ presente un doppio livello: quello più superficiale, di linee, colori e geometrie, e quello più intimo, dell'impatto dell'attività umana, sempre più aggressivo, sull’ambiente e quindi sull’uomo stesso.